Sinopsis
Le interviste della rassegna stampa di Radio Beckwith. Tutte le mattine alle 8.00 con Marco Magnano e Matteo De Fazio.
Episodios
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La nuova edizione del Landmine Monitor - Intervista a Giuseppe Schiavello
13/11/2020 Duración: 10minIl 12 novembre è stata presentata la 22° edizione del Landmine Monitor, che si occupa di tracciare l'andamento dell'uso dei dispositivi esplosivi antipersona e di fare il punto sulla mine action.Il Covid-19 non ha impedito a molti Paesi di continuare nella loro strada verso l'abolizione delle mine. L'uso sempre più frequente di ordigni improvvisati da parte di gruppi armati non statali o non ufficiali rappresenta desta però preoccupazioni. Si tratta infatti di ordigni non controllati e per questo più pericolosi, in particolare per la popolazione civile.Il Trattato di messa al bando delle mine si può dire che stia funzionando, ed è ancora forte quell'effetto stigma nei confronti di chi fa uso di questo tipo di ordigni. Lo dimostra anche il fatto che dalla metà del 2019 all'ottobre del 2020, il solo Paese ad aver fatto uso di mine è stato il Myanmar (che non fa però parte del Trattato).Ne parla Giuseppe Schiavello, Direttore della Campagna Italiana contro le mine Onlus.
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Verso il trattato Onu contro le armi nucleari - Intervista a Lisa Clark
02/11/2020 Duración: 18minLa scorsa settimana è entrato in vigore il trattato Onu che vieta le armi nucleari. Ratificato da 50 Paesi, entrerà in vigore tra 90 giorni. L'accordo mira alla soppressione delle armi nucleari toccando il loro intero ciclo di vita. Saranno infatti vietati lo sviluppo, i test, la produzione, l'immagazzinamento, il trasferimento, l'uso e perfino la minaccia dell'uso.Dal 2007 diverse organizzazioni internazionali che si occupano di disarmo hanno spinto per dare il via a negoziati per giungere a questo punto. Ben presto ci si è resi conto che il tema sul tavolo non era solo la non proliferazione delle armi nucleari, ma le conseguenze sull'intera vita umana, e non solo, dell'uso di questi dispositivi. Da qui il bisogno, espresso con la ICAN (International Campain to Abolish Nuclear Weapons), di abolire le armi nucleari così come è stato fatto in passato con le altre armi di distruzione di massa.Malgrado la ratifica dell'accordo Onu susciti un certo ottimismo, restano ancora dei segni preoccupanti. Ad esempio, la
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Un possibile cessate il fuoco in Libia - Intervista a Arturo Varvelli
28/10/2020 Duración: 09minVenerdì 23 agosto è stato sottoscritto a Ginevra un nuovo accordo per il cessate il fuoco permanente su tutto il territorio libico. I rappresentanti delle Nazioni Unite hanno definito questa firma "un risultato storico", ed è proprio la comunità internazionale ad aver giocato un ruolo importante tanto nel conflitto quanto nel giungere ad un accordo.Sarebbe impossibile infatti pensare a una pace stabilita solamente sul terreno dalle forze libiche: il coinvolgimento di attori internazionali è stato importante sin dagli inizi dei conflitti, e lo sarà anche in questa nuova fase. La pace oggi sembra essere in mano alle potenze esterne alla Libia.Il Paese nordafricano si trova ora ad avere bisogno di ricostruzione dal punto di vista sociale e di una stabilità politica. Nel breve periodo, le Nazioni Unite convocheranno un nuovo vertice a Tunisi per concretizzare il passaggio a un governo che rispecchi le componenti territoriali e politiche. Ma il processo per il raggiungimento di un equilibrio è soltanto iniziato.Ne
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Passi avanti per la stabilità in Sud Sudan - Intervista a Paolo Impagliazzo
19/10/2020 Duración: 09minIl terzo round di incontri e negoziati per una pace in Sud Sudan si è concluso con la firma di un accordo di cessate il fuoco e di una Dichiarazione di principi a livello politico. Un risultato importante nell'avvicinare le parti in conflitto, con la mediazione della Comunità di Sant'Egidio.Con l'avvento della pandemia, negli scorsi mesi si è in parte interrotto il dialogo politico, e nella regione meridionale del Paese gli scontri si sono riaccesi dopo lo stop alle armi deciso lo scorso febbraio.Il prossimo passo è l'incontro tra i capi militari delle diverse fazioni, che forse ancora più della politica potrà guidare alla pace in Sud Sudan e garantire stabilità alla regione.Ne parla Paolo Impagliazzo, mediatore e segretario della Comunità di Sant'Egidio.
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Economia dell'immigrazione, il decimo Rapporto della Fondazione Leone Moressa - Intervista a Chiara Tronchin
15/10/2020 Duración: 10minDa anni il Rapporto della fondazione Leone Moressa, redatto con il contributo della Cgia di Mestre e il patrocinio dell Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, dei ministeri degli Esteri e dell’Economia e dell’Università Cà Foscari di Venezia, si focalizza sull'impatto economico dell'immigrazione in Italia.I dati del Rapporto restituiscono una realtà complessa e articolata. Intanto si evidenzia un saldo attivo tra quanto le casse pubbliche ricevono e quanto erogano in servizi per cittadini stranieri residenti in Italia. Per quanto riguarda l'occupazione, manca una concorrenzialità con i lavoratori italiani: le mansioni e il loro grado di specializzazione sono infatti molto differenti.Resta ancora importante il problema dell'emersione dal lavoro nero, e in ciò concorre anche in parte il sistema di accoglienza italiano.Ne parla Chiara Tronchin, ricercatrice della Fondazione Leone Moressa.
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L'assedio del Nagorno-Karabakh - Intervista a Simone Zoppellaro
12/10/2020 Duración: 11minVenerdì 9 ottobre, dopo quasi dieci ore di negoziazioni, si era giunti ad un accordo per il cessate il fuoco tra Armenia e Azerbaigian nel conflitto in Nagorno-Karabakh. La tregua necessaria per recuperare i caduti ed effettuare scambi di prigionieri in realtà non si è mai avviata, ma ci sono stati continui attacchi e uccisioni di civili. Le bombe hanno continuato a cadere su Stepanakert e Ganja.Armenia e Azerbaigian non sembrano aver intenzione di fare passi indietro, sebbene la prima abbia avviato un parziale ritiro delle truppe al fronte: l'impegno di personale richiesto non è sostenibile dal punto di vista demografico dal Paese.Con un'Europa che al momento non prende posizioni forti per giungere alla fine del conflitto in tempi rapidi, ad essere più colpita è la popolazione civile. Moltissimi profughi stanno lasciando il Nagorno-Karabakh, e nelle città sotto attacco mancano cibo, elettricità e cure.Ne parla Simone Zoppellaro, giornalista, conduttore di Kiosk.
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Dieci giorni di scontri in Nagorno-Karabakh - Intervista a Paolo Bergamaschi
06/10/2020 Duración: 10minIl conflitto del Nagorno-Karabakh dal 1991 alterna fasi di latenza a momenti di recrudescenza, ma con schermaglie continue lungo i confini. Lo scontro sul campo non riguarda però solo Armenia e Azerbaigian: Turchia e Russia hanno forti interessi da tutelare nella regione, ricca di risorse petrolifere in particolare in territorio azero.Il processo di pace dal 1994 è in mano a Francia, Stati Uniti e Russia, ma non è mai veramente decollato.Oggi la prospettiva di un cessate il fuoco o di una soluzione diplomatica sembra molto distante. Intanto, la popolazione civile fugge dai bombardamenti sul Nagorno Karabakh e dalle città più colpite dal lato azero del confine.
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La nuova escation nel Nagorno-Karabakh - Intervista a Simone Zoppellaro
28/09/2020 Duración: 10minDomenica 27 settembre sono scoppiati nuovi scontri tra Armenia e Azerbaigian nella Repubblica del Nagorno-Karabakh, regione autonoma nella parte meridionale del Caucaso, con bombardamenti e spostamenti di truppe di terra. A livello internazionale questo territorio è riconosciuto come parte dell'Azerbaigian, ma si trova sotto il controllo armeno.Si tratta delle tensioni più violente dal 2016, in un conflitto che prosegue dagli anni '90: intere generazioni di armeni e azeri sono state mandate al fronte e la situazione non sembra andare verso una soluzione diplomatica. Secondo diversi osservatori se una delle due parti in causa riuscisse a ottenere risultati entro pochi giorni, gli scontri potrebbero concludersi a breve. Altrimenti, questo conflitto regionale potrebbe trasformarsi in unno scontro internazionale.Ne parla Simone Zoppellaro, giornalista, conduttore di Kiosk.
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L'Iran e le nuove sanzioni statunitensi - Intervista a Nicola Pedde
24/09/2020 Duración: 11minNello scorso fine settimana gli Stati Uniti hanno dichiarato che le sanzioni economiche multilaterali contro Teheran previste dall’accordo sul nucleare del 2015 in caso di violazione dei suoi termini sono in vigore e devono essere rispettate in tutto il mondo. È il cosiddetto meccanismo di “snap-back", o di ritorno alle sanzioni dell’Onu che erano state annullate proprio per facilitare la firma dell’accordo.Gli Stati Uniti di Trump si erano però ritirati dall'accordo nel maggio 2018. Agli Usa perciò non sarebbe riconosciuto giuridicamente, in linea teorica, un potere d'intervento. Nella pratica, le dinamiche della politica internazionale statunitense potrebbero invece portare a delle ripercussioni.La sfiducia generalizzata dell'Iran verso l'occidente potrebbe innescare dei problemi anche con quei Paesi europei firmatari del trattato Jcpoa sul nucleare che negli scorsi giorni hanno respinto le sanzioni invocate dagli Usa. Ne parla Nicola Pedde, direttore dell’Institute for Global Studies.
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Cosa possiamo trarre da queste votazioni - Intervista a Valdo Spini
22/09/2020 Duración: 08minLe votazioni di domenica e lunedì hanno visto la vittoria del Sì al referendum sul taglio del numero dei parlamentari e un sostanziale pareggio tra centrodestra e centrosinistra alle regionali.Un risultato in realtà in larga parte attendibile: il Parlamento si era già espresso diverse volte a favore, e la questione era diventata una vera e propria partita politica. L'aspetto forse più eclatante è stato il sostanziale stop della crescita della Lega.Resta un interrogativo, ovvero se ora sarà davvero possibile aprire una vera e propria stagione di riforme. Molto dipenderà, probabilmente, dal Partito Democratico e dalla posizione che deciderà di assumere all'interno della maggioranza.Ne parla Valdo Spini, politico di lungo corso, docente universitario e presidente della Fondazione Circolo Rosselli di Firenze.
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L'importanza della rotta balcanica - Intervista a Silvia Maraone
21/09/2020 Duración: 12minIn Italia parlare di migrazioni significa molto spesso concentrarsi sugli arrivi dalle coste africane, o al più raccontare delle isole greche dell'Egeo. Eppure, c'è un'altra importante e molto frequentata via di accesso all'Europa, ed è quella che si snoda tra i Balcani: dalla Grecia alla Macedonia, poi Serbia, Bosnia ed Erzegovina fino ad arrivare in Croazia e infine in Italia.Uno dei più grandi campi per i migranti in Bosnia è quello di Bihać, nel cantone di Una-Sana, che accoglie circa 1.500 persone. La prospettiva è di uno smantellamento del campo, ma resta l'interrogativo su quale sarà il destino delle persone ospitate.Intanto, le autorità cantonali di Una-Sana hanno imposto regole sempre più stringenti per le persone migranti, anche in violazione del diritto internazionale: non potranno più utilizzare mezzi pubblici o taxi, non potranno più registrarsi per l'accesso ai campi. Strutture abbandonate e fatiscenti e boschi stanno diventando i ripari più comuni per queste persone, ora anche attaccate dalla p
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Superare Dublino - Intervista a Gianfranco Schiavone
18/09/2020 Duración: 14minMercoledì, nel suo primo discorso sullo stato dell'Unione, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato una serie di riforme per il prossimo futuro. Tra queste, una revisione del regolamento di Dublino, strumento già criticato come obsoleto e poco lungimirante al momento della sua nascita. La Commissione dovrebbe presentare una proposta specifica entro il 23 di settembre.Le testate italiane e non solo hanno dato molto risalto a questa dichiarazione di von der Leyen, indicandola come punto di svolta radicale nella politica migratoria europea. Superare quel meccanismo che conferisce un ruolo spropositato al Paese di primo ingresso potrebbe significare andare oltre l'immagine di alcuni Stati (tra cui l'Italia) come "frontiera europea".Ora quindi si dovrà aspettare la proposta della Commissione, molto probabilmente corredata da diverse riforme. Rimane però un interrogativo, se davvero si riuscirà ad andare oltre il meccanismo anacronistico del regolamento di Dublino o se si innescher
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Un nuovo stallo per Open Arms - Intervista a FRancesca Bocchini
17/09/2020 Duración: 10minQuella a cui si sta assistendo in questi giorni sembra una storia simile a molte altre avvenute negli ultimi anni. Una nave di una ong mette in salvo decine o centinaia di persone, fa richiesta di un porto sicuro per lo sbarco e si vede negate le autorizzazioni da parte di Stati della "frontiera meridionale" europea.Da questa mattina la nave della ong spagnola Open Arms è ferma in mare a poche miglia da Palermo con 275 persone a bordo. Dopo il rifiuto da parte di Malta, nella giornata di ieri si sono verificati momenti di tensione a bordo. Gli spazi a bordo iniziano a scarseggiare, le persone salvate in mare hanno in molti casi bisogno di cure.Questa storia che si ripete sembra essere frutto di una politica altrettanto ripetitiva: i Paesi che dovrebbero rappresentare i porti sicuri mirano a lanciare un messaggio politico a livello internazionale per la ripartizione delle responsabilità. Un messaggio che però passa sopra le persone in condizioni di vulnerabilità presenti sulle navi.Ne parla Francesca Bocchini,
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Il Giappone dopo Shinzō Abe - Intervista a Marco Zappa
15/09/2020 Duración: 11minIl Partito Liberal Democratico giapponese ha scelto il successore del premier dimissionario Shinzō Abe. Si tratta di Yoshihide Suga, personalità politica già vicina al presidente uscente.Le ragioni delle dimissioni di Abe non sono completamente chiare. Ufficialmente si tratta di motivazioni legate alle condizioni di salute dell'ex premier, ma potrebbero esserci stati dei consigli e delle pressioni dal suo stesso partito.Le politiche economiche degli ultimi mesi portate avanti dal governo giapponese potrebbero aver influito: l'Abenomics non ha dato i risultati attesi, e Suga potrebbe portare un cambio di paradigma.A livello internazionale, anche la posizione del Giappone potrebbe essere rimessa in discussione, una volta venuto meno l'importante apporto diplomatico di Abe.Ne parla Marco Zappa, ricercatore in Studi sul Giappone presso l'Università Ca' Foscari di Venezia.
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Migrazioni, lavoro e politica - Intervista a Maurizio Ambrosini
26/08/2020 Duración: 08minIl 2020 ha visto realizzarsi cambiamenti importanti dal punto di vista del mondo del lavoro, in particolare in relazione alla pandemia. Per la prima volta si sono visti i datori di lavoro cercare attivamente personale nel timore di dover rallentare o fermare le produzioni, un'inversione completa rispetto ai consueti paradigmi. Eppure, sempre lo stesso 2020 si è mostrato come un periodo di blocco dei cambiamenti, specialmente dal punto di vista delle politiche sull'immigrazione.Basti pensare alle misure per l'emersione e regolarizzazione dei rapporti di lavoro di migranti, che avrebbe riguardato più di 200.000 persone, ma che è stata da più parti respinta.Il problema, o meglio la costruzione e la definizione delle migrazioni come problema per il Paese, è una questione del tutto politica: si sono trasformati in drammi fatti e processi comuni.Ne parla Maurizio Ambrosini, sociologo e docente dell’Università di Milano, dove insegna Sociologia delle migrazioni e Processi migratori.
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2020-07-30 - Italia, Libia e Malta di fronte al Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite
31/07/2020 Duración: 15minLa questione migratoria è stato uno dei grandi rimossi della politica degli ultimi mesi, schiacciata da altre priorità e soprattutto dalla crisi sanitaria ed economica. Tuttavia, nelle ultime settimane si è tornati a prima a discutere del rifinanziamento della cosiddetta Guardia Costiera libica e poi negli ultimi giorni sull’aumento degli sbarchi sulle coste italiane.Proprio parlando di Libia, recentemente ASGI, insieme al Cairo Institute for Human Rights Studies, ha presentato un ricorso contro Italia, Malta e Libia di fronte al Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite per conto di due persone il cui diritto di lasciare la Libia è stato violato dalle intercettazioni e dal ritorno forzato in Libia effettuato appunto come dicevamo dalla cosiddetta guardia costiera libica. Su quali basi si fonda? Lo racconta Lorenzo Trucco, avvocato e presidente di ASGI, l'associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione.
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Italia-Egitto, relazioni diradate? Non per Finmeccanica
30/07/2020 Duración: 11minLe relazioni tra Italia ed Egitto non sono banali, prima di tutto per ragioni geografiche ed economiche, ma anche perché siamo ancora alla ricerca di un riallineamento tra la verità storica e quella giudiziaria sulla scomparsa di Giulio Regeni tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio del 2016.Martedì 28 luglio questa storia è tornata in primo piano, perché il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, è intervenuto in audizione alla Commissione d'inchiesta parlamentare sull'omicidio del ricercatore friulano. Guerini ha dichiarato di non credere che “lo sviluppo di relazioni con l’Egitto sia un freno alla ricerca della verità sulla morte di Giulio Regeni” e ha poi sostenuto che dopo la scomparsa di Regeni nel febbraio del 2016, “la Difesa ha prontamente diradato il complesso delle relazioni bilaterali con l’omologo comparto egiziano”. Eppure, nel frattempo Fincantieri è il principale sponsor della fiera militare egiziana Edex 2020.Ne parliamo con Giorgio Beretta, analista di Opal, l’Osservatorio permanente s
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Semplice come possedere un'arma da fuoco - Intervista a Gabriella Neri
23/07/2020 Duración: 11minIl 23 luglio 2010 venivano uccisi a Viareggio Luca Ceragioli e Jan Hilmer per mano di un ex collaboratore della loro azienda. L'uomo deteneva legalmente un'arma da fuoco ad uso sportivo, pur avendo gravi problemi psichiatrici.Da questa vicenda è nata Ognivolta Onlus, con la convinzione che dietro a fatti di questo tipo ci siano degli aspetti privati e intimi e al contempo una forte responsabilità pubblica. Ad esempio, la superficialità degli accertamenti medici necessari al rilascio del porto d'armi può avere un forte peso e il rischio è che persone fragili vengano legalmente armate.In dieci anni qualcosa è però cambiato, c'è forse più consapevolezza sul possesso di armi da fuoco. Resta ancora la necessità di affrontare questi temi in dibattiti pubblici, soprattutto in un momento in cui si fanno forti le richieste di una forte legittima difesa, anche con l'uso delle armi.Ne parla Gabriella Neri, fondatrice di Ognivolta Onlus.
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Ayasofya, da museo a moschea - Intervista a Chiara Maritato
16/07/2020 Duración: 24minIl 10 luglio il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha firmato la riconversione dell'attuale museo di Ayasofya in moschea. Si è trattato di una decisione molto rapida, ma i cui presupposti erano già nell'aria da tempo.Ayasofya dalla sua fondazione ha seguito le vicende che hanno coinvolto la città: dapprima basilica cristiano-cattolica, poi ortodossa, per poi ritornare brevemente cattolica e nel XV secolo diventare moschea, e infine essere trasformata in museo nel 1934. L'attuale conversione, come quelle che l'hanno preceduta, ha una chiara e forte valenza simbolica.In primo luogo per il nazionalismo turco condiviso da diverse forze politiche, anche se in forme diverse. Un richiamo al passato che poco fa sperare in aperture future nei confronti delle numerose minoranze presenti in Turchia.C'è poi un aspetto internazionale, con la Turchia che porta avanti la sua immagine di protettrice e leader del mondo musulmano ponendosi in contrasto con un Occidente accusato di imperialismo.Ne parla Chiara Maritato, asse
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Un cambio di strategia per l'Egitto - Intervista a Riccardo Noury
06/07/2020 Duración: 06minDopo quattro anni e mezzo di silenzio, l'Egitto cambia strategia e passa all'attacco sull'omicidio di Giulio Regeni. Tutto è accaduto il primo luglio durante la videoconferenza tra le procure di Roma e del Cairo.Se in precedenza i procuratori egiziani si limitavano all'attesa e ai silenzi, nell'ultimo incontro la loro richiesta di chiarimenti sulle motivazioni della presenza di Giulio Regeni in Egitto segna un ulteriore passo indietro nell'intera vicenda.Si fa così ancora più pressante la necessità di un deciso intervento politico, come richiesto anche dalla famiglia Regeni, ma nulla pare muoversi.Ne parla Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.